I romanzieri dovrebbero essere eccessivamente ambiziosi. Dovrebbero sempre sentire che stanno facendo qualcosa di troppo grande per loro […] E’ così che il romanzo si guadagna la sua vita. Un romanzo scritto da qualcuno che si autoproclama “esperto” – un romanzo che non è stato percepito, nel corso della sua scrittura, almeno saltuariamente, come un fallimento – può essere ben fatto, e può anche essere un “buon” romanzo, ma probabilmente non sarà profondo. E’ probabile che somigli a un carillon svizzero nel quale una piccola ballerina salta fuori e danza Per Elisa, piuttosto che alla furiosa, scomposta, misteriosa creatura che un romanzo dovrebbe essere.
(…)
Un romanziere – qualunque romanziere che io ammiri – si muove in un equilibrio spericolato fra la tracotanza e la negazione di sé. Devi avere abbastanza fiducia in te stesso da scrivere quello che stai scrivendo, e da credere che valga la carta su cui è stampato. E nello stesso tempo devi sottometterti alle tue storie, ai tuoi personaggi, alla tua arte. Sono sicuro che noi tutti abbiamo letto libri il cui primo fine è quello di mostrare l’abilità dello scrittore, di asserire una volta e per tutte che lo scrittore in questione è più brillante e pieno di talento di quanto osassimo immaginare. Non so come la pensiate, ma trovo questo genere di esperienza di lettura piuttosto vuota.
(estratto da Michael Cunningham, Lectio magistralis “Il Lettore, Lo Scrittore, Il Traduttore”, pubblicata su Domenica – Il Sole 24 ORE del 13 giugno 2010)


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giugno 17, 2010 a 11:01 PM
ass-unta
I romanzieri, come tutti gliartisti dovrebbero essere eccessivamente ambiziosi. Dovrebbero sempre sentire che stanno facendo qualcosa di troppo grande per loro […] E’ così che l’arte si guadagna la sua vita. Non so se tu sei consapevole di fare qualcosa di troppo grande per te, ma, di certo non percepisci il tuofare come un fallimento.
(…)
Un critico, – qualunque critico che ti ammiri – si muove in un equilibrio spericolato fra la tracotanza e la negazione di te come artista. Devi avere abbastanza fiducia in te stesso da realizzare quello che stai creando, e da credere che valga la pena di metterlo in rete. Sono sicura che noi tutti che abbiamo visto dipinti il cui primo fine è quello di mostrare l’abilità dello scrittore, possiamo asserire che l’artista in questione è più brillante e pieno di talento di quanto osassimo immaginare. Non so come la pensiate, ma trovo questo genere di esperienza creativa è fantastica.
(estratto da Michael Cunningham, Lectio magistralis “Il Lettore, Lo Scrittore, modificato per l’occasione dalla scrivente.Il Traduttore”, pubblicata su Domenica – Il Sole 24 ORE del 13 giugno 2010)modificato per l’occasione dalla scrivente.